l'uomo e la sua morte. 
Fu forse questa l'ultima notte del bandito Giuliano?

di Giuseppe Berto

l'uomo e la sua morte

l'autore

Giuseppe Berto (Mogliano Veneto 1914 ‑ Roma 1978). 
Laureato in lettere all'Università di Padova, fatto prigioniero in Africa venne internato nel campo di prigionia di Hereford (Texas). Pubblica nel 1946, edito da Longanesi, "il cielo è rosso". Il romanzo si rivelò subito un enorme successo, anche all'estero, e oltre ai riconoscimenti nazionali (Premio Firenze 1948) ricevette il plauso di scrittori stranieri del calibro di Ernest Hemingway. Altre opere successive: il brigante (1948) ‑ le opere di Dio (1951) non ottennero lo stesso successo. L'ingresso in analisi, resosi necessario oltre che per le poche soddisfazioni nella professione di sceneggiatore cinematografico, anche per l'ostracismo di cui verrà fatto oggetto dall'establishment culturale dell'epoca, divenne il nucleo ed il motore del romanzo il male oscuro ‑ (1964) la sua opera più conosciuta, con la quale vincerà nello stesso anno, caso unico nella storia della letteratura italiana, il Premio Viareggio e il Premio Campiello. Sono di quel periodo il dramma "l'uomo e la sua morte" (1962) Ediz. La Morcelliana, "la fantarca" (1965) e il romanzo "la cosa buffa".  Nel 1971 scrive il lavoro teatrale "l'anonimo veneziano" reso celebre dal film che ne venne tratto, e ripubblicato come romanzo nel 1976. Nel 1974 con "Oh, Serafina!" si aggiudica il premio Bancarella. Dal Dramma "la passione secondo noi stessi" matura l'idea del suo ultimo libro "la gloria" del 1976. 
Muore a Roma nel novembre del 1978 tra l'indifferenza del mondo culturale italiano.

lo spettacolo

Lo spettacolo vuole raccontare, senza alcuna pretesa storica, una ipotetica ultima notte del bandito Salvatore Giuliano. Il bandito, sentendosi ormai braccato e con pochissime possibilità di sfuggire alla trappola tesagli dalle forze dell'ordine, viene preso dall'ossessione di morire in un modo che faccia sì che il popolo si ricordi di lui come "... Colui che ha lottato per i poveri, contro l'ingiustizia e la violenza del mondo...", costruendo un forzato parallelo tra la sua esistenza e quella di Gesù Cristo. Il racconto di queste ultime ore, che inizialmente è sostenuto dal lento ed ossessionante delirio del bandito, subisce poi una improvvisa accelerazione provocata dall'incalzante susseguirsi degli avvenimenti. I rimandi alla narrazione del Vangelo sono frequenti: "... La domenica delle Palme tutti ad acclamarlo, e quattro giorni dopo non aveva più nessuno. Come me! Tradito da chi gli stava più vicino... "
Sarà l'anziana madre del mafioso che ha dato ospitalità al bandito a risvegliarne la coscienza, ponendolo di fronte alle proprie responsabilità...

con Nicola Delbono, Sergio Isonni, Andrea Albertini, Ester Liberini e Cristina Svanera 
adattamento e regia di Bruno Frusca

contenuti extra

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