se ci fosse luce
di Giancarlo Loffarelli con due commenti di Egidio Bonomi alle lettere di Aldo Moro
lo spettacolo
È già tutto scritto nel titolo: "Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo". Questa frase, scritta da Aldo Moro prima di morire
nell'ultima lettera di addio a sua moglie Noretta, sembra essere l'unica conclusione (o morale) che è possibile dare a questa pagina buia della
nostra storia recente.
È il 16 marzo 1978 ed il susseguirsi di quei giorni convulsi tenne l'Italia con il fiato sospeso,
fino al 9 maggio successivo, nell'angosciosa incertezza sulla sorte dell'Onorevole Aldo Moro. Effettivamente, se ci fosse luce...
ma su quei dolorosi eventi manca proprio la luce, manca la certezza. No, non c'è luce per chiarire dubbi,
non ci sono risposte per tante, troppe domande. Si avverte con la tragedia dello statista, il dramma di un Paese coinvolto
emotivamente, incredulo e disorientato dall'atmosfera da incubo che lo andava opprimendo. Il telo bianco che fa da sfondo alla ricostruzione e sul quale
si succedono testimonianze ed immagini è il "velo" emblematico che avvolge un mistero
che è rimasto tale. L'obiettivo non è dare risposte anche
se in alcuni momenti la denuncia si fa forte e risuona nelle parole di Moro e nei commenti di Egidio Bonomi. È un iter del pensiero che porta a capire
quel che accadde in quei due mesi e a vivere un'esperienza significativa diretta a chi non sa e a chi quei fatti ricorda
affinché se ne faccia testimone nei confronti delle nuove generazioni, affinché non dimentichi mai e continui a sperare
in una verità. E di tale speranza gli attori stessi si fanno carico, simbolo di un impegno civile che deve
riguardare tutti noi, testimoniando consapevolezza di ció che avvenne e di ció che furono, in Italia, i cosiddetti "anni di piombo".
Uno spettacolo per chi pensa che la Grande Storia non è distante, per chi c'era e non vuole dimenticare e per chi non c'era e vuole sapere.
con Rosanna Pedrinelli, Mariasole Bannò, Martina Ajmone Marsan, Andrea Albertini, Nicola Delbono e Pino Navarretta
adattamento e regia di Bruno Frusca
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