il Vangelo secondo Pilato
di Eric Emmanuel Schmitt
lo spettacolo
In effetti un prefetto di Roma come Ponzio Pilato non poteva credere alla scomparsa del “mago” Jeshua dal proprio sepolcro a seguito di
una sua fantomatica resurrezione. Necessariamente, i suoi discepoli dovevano essersi beffati dell'autorità romana trafugando il cadavere,
le apparizioni del “mago” di fronte a testimoni quali Salomè, qualche marginale discepolo e Maria di Magdala essere dovute all'interpretazione
di un impostore; in definitiva significava che non era morto in croce!
Ma chi era il grande stratega che muoveva le fila dell'impresa temeraria? Forse Erode Antipa, nel tentativo di ricostruire l'unità del regno
del padre su ispirazione di una nuova religione, o Giuseppe di Arimatea?
Di una cosa Pilato era certo: Jeshua non poteva essere il Messia, tutto doveva far capo a un complotto, Gerusalemme era un nido
di serpi che intendeva spodestare Roma e tutta la Galilea, quindi doveva essere setacciata a fondo per ritrovare o il suo cadavere oppure
lo stesso “mago” redivivo.
Tuttavia, dopo avere ispezionato a fondo ogni anfratto dell'antica metropoli orientale e di tutto il territorio
di cui aveva la giurisdizione, le sue convinzioni, a dispetto peraltro di perizie mediche, verifiche in loco, testimonianze, rapporti degli
stessi legionari, s'infrangono solo quando la moglie Claudia Procula gli confessa di aver visto apparire Jeshua e di essere stata
presente alla sua morte e sepoltura.
E il mistero alimenta il dubbio, l'indagine si sposta nella coscienza dello stesso Pilato fino all'esercizio di un tormento che lo accompagnerà
per il resto della sua vita.
Un vero thriller prima poliziesco e poi psicologico, che riguarda il quinto prefetto romano della Galilea, specchio fedele dei dubbi di ognuno di noi.
con Nicola Delbono e Andrea Albertini
adattamento e regia di Bruno Frusca
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